Sono almeno due le prospettive attraverso cui porre in relazione la Costituzione con la bellezza.

Da un lato la nostra Costituzione prende in considerazione la bellezza per promuoverla e tutelarla. L’art. 9 promuove la cultura in generale e, quindi, anche la cultura artistica, la creazione del bello e la critica delle opere in cui il bello si esprime; afferma inoltre che la Repubblica “tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali” (art. 9 Cost., come riformato dalla recentissima l. cost. n. 1/2022). In altri articoli (art. 33 e 34) la Costituzione garantisce la libertà dell’arte e della scienza e del loro insegnamento. Di conseguenza anche la cultura è libera: lo Stato non ha una sua verità da comunicare ai cittadini e neppure una “sua bellezza”, una “bellezza di Stato”. La bellezza, nella Costituzione, è in relazione con la libertà. La tutela del paesaggio significa poi sia tutela delle bellezze naturali e panoramiche, sia tutela delle opere dell’uomo, il quale contribuisce a configurare il territorio, col suo valore estetico e storico.

Dall’altro lato, vi è una Bellezza della stessa Costituzione italiana. Qualcuno l’ha definita “la più bella del mondo” (cfr. il monologo di Roberto Benigni del 17 dicembre 2012). In effetti dal punto di vista linguistico si apprezza un testo giuridico chiaro e lineare, in cui prevale un lessico comune, che la rende leggibile e comprensibile a tutti, rivelandosi democratica anche in questo. Ma la bellezza nella Costituzione è anche la bellezza di ciò che rappresenta, perché è un capolavoro storico di unità e di concordia. I nostri padri e madri costituenti, pur provenendo da posizioni ideologiche e politiche molto distanti, sono stati in grado di dare vita ad un testo di grande rilievo etico-sociale, nel quale tutti si sono riconosciuti. In realtà è la stessa Costituzione a riconoscere la precedenza della persona rispetto allo Stato. E su questo furono d’accordo i cattolici, i comunisti-socialisti e i liberali.

Infine un altro aspetto della bellezza della Costituzione è la sua concretezza. I problemi reali - l’uomo e la donna nelle relazioni sociali in cui si svolge la vita - prevalgono sulle teorie e sulle ideologie, in un contesto di libertà e di responsabilità, di diritti e di doveri. Bellissimo è l’art. 4, che,mentre sancisce il diritto al lavoro, afferma che “ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”.

Giovanna Razzano


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