ANNALISA DI MAUROTutti noi (professionisti, imprenditori, amministratori pubblici o semplici cittadini) siamo coinvolti nel rapporto con gli animali. E abbiamo il dovere di rispettarli durante l'arco di tutta la loro vita

Annalisa Di Mauro, vicepresidente della sezione ligure dell’Istituto Italiano di Bioetica, già assegnista di ricerca presso l’Università di Genova e membro del laboratorio EtApp, è cofondatrice di Animal Law Italia. Ha una specifica expertise in Animal Welfare Ethics e bioetica veterinaria. Al Festival di Bioetica 2022 (Santa Margherita Ligure, 27 e 28 agosto) parlerà del tema della Responsabilità in un’ottica di rispetto per gli animali.
Le abbiamo chiesto di condividere alcune riflessioni, anticipando i contenuti del suo intervento.

“La Responsabilità dell’essere umano nei confronti degli animali rimanda a numerose riflessioni che coinvolgono settori, professionalità, esperienze, culture in maniera del tutto trasversale. Se da un lato l’essere umano si è reso responsabile della riduzione o del danneggiamento, quando non della distruzione, degli habitat in cui, oramai, diverse specie selvatiche trovano sempre minore spazio; dall’altro lo stesso fatto che esistano altri animali che nascono, vivono e muoiono esclusivamente per essere mezzi e non fini, ci costringe ad una improcrastinabile valutazione della crescente responsabilità nei loro confronti, responsabilità che si estrinseca, in primo luogo, nel garantire loro una qualità della vita che la renda degna di essere vissuta, dal momento della nascita fino all’ultimo istante di vita, che si tratti di morte naturale o procurata, ad esempio, con la macellazione. La responsabilità riguarda le professioni (si pensi a quella del medico veterinario, garante del benessere animale), l’impresa, gli amministratori pubblici, ma anche i singoli cittadini, quando accolgono un animale nella propria abitazione, decidono come orientare i propri acquisti, oppure scelgono mete e modalità di vacanza sostenibili non solo dal punto di vista ambientale, ma anche eticamente accettabili sul piano della relazione con l’animale (si pensi ai safari, ai santuari, all’addestramento e alla sedazione di animali selvatici per fini di intrattenimento)”.

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