Facciamo il punto sulla situazione mondiale del Covid-19 dando uno sguardo ai dati ufficiali dell’OMS
I tre primi paesi più colpiti hanno Governi “Covid-negazionisti”, populisti e sistemi sanitari ospedale- centrici e basati sulla protezione malattia mercato-assicurativa.
Ma prima di passare alle analisi mettiamo in discussione il termine “Terzo mondo”. Questo termine geopolitico ed economico, indicava i paesi in via di sviluppo dell’Asia, Africa e America Latina appena usciti nel secondo dopoguerra dal dominio coloniale dei grandi imperi olandese, francese e inglese oppure in lotta per il conseguimento dell'indipendenza, per esempio nell’ ex-impero del Portogallo di Caetano e Salazar. Questa denominazione era stata adottata alla Conferenza di Bandung del 1955, dai 120 paesi distinti da quelli cosiddetti del «primo mondo» (paesi democratici e capitalisti) e del «secondo mondo» (paesi socialisti e comunisti che gravitavano nell'orbita dell'Unione Sovietica). Slides - Slides 2
In questo tentativo e speranza di alleanza globale erano riuniti giganti come l’India di Nehru, la Cina di Zhou Enlai e l’Indonesia di Sukarno, paesi medi come la Iugoslavia di Tito e l’Egitto di Nasser e piccoli come il Ghana di Kwame Nkrumah. Tuttavia la “guerra fredda” tra URSS e USA, carica di continue aggressioni economiche e militari, costellata di guerre calde e reali, finanziamenti di lotte di guerriglia e di contras, ha finito di minare la neutralità e l’unità dell’alleanza. Un episodio per tutti l’”Operazione Jakarta” il colpo di stato dei militari del generale Suharto, del 1 ottobre 1965, organizzato dalla CIA e dal Governo americano di Lindon Johnson, ha prima emarginato, poi deposto il presidente eletto Sukarno, ha sterminato nell’arco di 3 anni 1 milione di militanti o presunti tali appartenenti al Partito Comunista indonesiano e infine ha messo in campi di prigionia
1,5 milioni di simpatizzanti di sinistra e iscritti al sindacato dei lavoratori con condanne sino a 10 anni 2. Il
Movimento dei Non-Allineati nato nella Conferenza di Algeri del 1973 continua la sfida dei 75 paesi del “Terzo Mondo” e, pur con momenti di rilancio unitario, si avvia allo scioglimento formale negli anni ’80 con la fine dell’URSS (1992) e le divisioni politiche interne. Nel mondo globalizzato di oggi non c’ è posto per quel termine.
Per quanto detto sopra e anche per una certa sfiducia nel termine “paesi in via di sviluppo”, preferisco usare le semplici espressioni: paesi ricchi e paesi poveri. Esistono differenze profonde tra stati ricchi e stati poveri come illustrano le Figure 2 e 3. La povertà è ben conosciuta, e seppure mutata nel tempo tra la popolazione rurale e urbana, e tra le classi sociali, è oscillante nei singoli paesi, ma costante negli ultimi 50 anni rispetto alle concentrazioni continentali. L’Africa resta il continente più povero, 40% dei 54 paesi si colloca nella graduatoria negli ultimi posti nel mondo per reddito pro capite e nelle ultime posizioni in termini di Indice di Sviluppo Umano (HDI): aspettativa di vita alla nascita (mortalità per gruppo di età), accesso a scuola/formazione e GNI 3pro capite (vedi nota).
Intervento compoleto di grafica