Intervento di Graziella Gaggero, Ecoistituto Re-Ge (Villa Durazzo, 28 agosto 2020)

Anche se il nostro intervento è inserito nel capitolo “prendersi cura della città e dell'ambiente” ritengo che la mobilità pedonale e ciclabile possano essere entrambi considerati anche una ottima modalità per prendersi cura della persona.

Muoversi a piedi è un'attività normale e naturale dell'essere umano, un elemento fondamentale della qualità della vita che spesso dimentichiamo. Muoversi a piedi è sostenibile perché non inquina.

La Carta europea dei diritti del pedone, sottoscritta nel 1988 dal parlamento europeo, risoluzione (doc. A 2-154/88) , esplicita in modo puntuale ed efficace che “il pedone ha il diritto a vivere in un ambiente sano e a godere liberamente dello spazio pubblico nelle adeguate condizioni di sicurezza per la propria salute fisica e psicologica”, di fatto disattesa in molte realtà, dovrebbe essere presa in considerazione negli interventi di riqualificazione urbana.

Questa tipologia di utenza della strada meriterebbe maggior rispetto, intanto non inquina, non consuma suolo, contribuisce a ridurre le spese sanitarie in quanto l'attività fisica è una forma di prevenzione alle malattie, l'attività fisica all'aria aperta è un importante fattore di promozione della salute e del benessere, sia fisico che psicologico per tutti, con particolare riferimento ai bambini e alle persone anziane.

Nell'analisi che sottopongo non trascurerei l'importanza anche del turismo pedonale, in quanto ritengo sia un modo appropriato di prendersi cura dell'ambiente, della città della propria persona.

Camminando a piedi, magari con l'aiuto di trasferimenti ferroviari, il viaggio è più importante della meta finale, è più importante il modo con cui ci si mette in cammino, gli spostamenti sono parte integrante del viaggio, occasione di esperienze ricche e autentiche (io una volta in giro per le Alpi Marittime, sopra Buggio, una paesino dove si capisce quanta sia la fatica dei liguri per lavorare la terra, ho incontrato un eremita); si apprezzano i dettagli, il gusto di una buona fotografia; visitando le città a piedi e col mezzo pubblico meglio si comprendono le usanze degli abitanti del luogo; praticando il trekking urbano si possono scoprire angoli segreti e posti meno battuti dal turismo per scoprire bellezze culturali e paesaggistiche.

Io ho viaggiato molto sia in bici che a piedi, se andando in bici si osservano molti particolari che con un mezzo a motore si perdono, andando a piedi si osservano meglio tutti i dettagli del paesaggio. Ho avuto la fortuna di vivere la fatica della salita in montagna a piedi, in bicicletta e ho anche avuto l'occasione di effettuare giri podistici a tappe e, certamente la fatica per salite faticose, l'emozione dell'arrivo ed il piacere della discesa liberatoria non hanno prezzo. Inoltre la mobilità lenta facilita induce a pensare ed aiuta a star meglio con noi stessi

Prima di parlare di mobilità pedonale in ambito urbano occorre aver ben chiara una gerarchia degli utenti della strada partendo dalle categorie più deboli e che necessitano di maggiore attenzione.

Ritengo siano gli anziani, i portatori di handicap, i bambini, gli animali e tutti coloro che, grazie alle abitudini virtuose adottate, contribuiscono a non peggiorare la qualità della vita dei propri concittadini anteponendo la necessità di perseguire un mondo migliore alle proprie egoistiche comodità.

Quindi è necessario:

  • identificare le maggiori criticità sofferte dagli appartenenti alle varie categorie;
  • trovare proposte risolutive;
  • realizzare un codice di comportamento etico, anche alla luce dei nuovi dispositivi che ognuno di noi ha in dotazione in particolare l'uso del cellulare (sul bus tutti ascoltano gli affari di tutti, sui marciapiedi spesso si “tampona” il pedone che ci precede intento a chattare ecc.ecc.)

Dividerei gli utenti in cinque categorie:

A) I sopracitati utenti che necessitano di maggiore attenzione B) i pedoni, gli utenti della bicicletta e del monopattino e utenti del mezzo pubblico; C)motociclisti e automobilisti; D) trasportatori merci in area metropolitana.

In questa sede abbiamo deciso di porre la nostra attenzione a tutti coloro che per necessità o per scelta privilegiano l'uso delle gambe in ambito urbano.

Contesto

Nella realtà presa in considerazione, Genova, di piste ciclabili si sente parlare solo da poche settimane e c'è poco rispetto per i ciclisti, in molti municipi popolati non esistono aree pedonali ed i marciapiedi sono stretti, degradati e sporchi, le zone 30 o 20 rare, le strade sono trafficate, da non dimenticare inoltre che Genova è maglia nera per il numero di vittime della strada

Il mezzo pubblico non è concorrenziale, inquina, le vetture spesso obsolete sono sporche, l'efficienza lascia molto a desiderare, la frequenza delle corse non rispetta le necessità di chi fruisce quotidianamente del mezzo pubblico, il biglietto integrato è gratuito solo per gli abbonamenti annuali. Il servizio taxi è uno dei più cari d'Italia.

Criticità

Partendo dai marciapiedi o strade pedonali sovente occorre muoversi in veri percorsi di guerra tra sporcizia, deiezioni, buche, segnaletica divelta o cartellonistica abbandonata dopo l'uso; inoltre va sottolineato che questi disagi sono amplificati per anziani e diversamente abili.

  • Marciapiedi stretti, la velocità veicolare troppo elevata, le interferenze con altri modi di trasporto, sono le principali cause di insicurezza dei pedoni;
  • la cattiva manutenzione della pavimentazione sono spesso cause di cadute accidentali;
  • la scarsa accessibilità, i tempi dei semafori degli attraversamenti pedonali sempre più brevi e sbilanciati rispetto alle auto private, il posizionamento degli attraversamenti pedonali, anche quelli in corrispondenza delle fermate dei mezzi di trasporto pubblico, sono finalizzati al solo benessere degli automobilisti obbligando i pedoni a giri viziosi.

Interventi utili

Riduzione della velocità 20 o 30 km orari in zone ad alto traffico pedonale, residenziale e commerciale, individuazione e segnalazione di percorsi sicuri (casa, scuola,ospedali, uffici pubblici ecc.) e per accedere al servizio pubblico.

Realizzazione di mappe cartacee interattive per la mobilità pedonale con indicazione di lunghezza e delle distanze dei principali percorsi con tempi di percorrenza, ciò è attivo da tempo nelle principali città europee e in diverse realtà italiane. Recentemente è stato pubblicato “metrominuto” una mappatura composta da due depliant sviluppata sul centro di Genova “centro” e “centro storico”, è auspicabile che questa esperienza venga estesa a tutta la città.

Predisporre adeguata segnaletica verticale con indicati i luoghi ed i principali tempi di percorrenza

Protezione dei percorsi pedonali e miglioramento degli spazi pedonali rendendoli comodi e attrattivi per i pedoni e favorire l'accessibilità al verde, uniformare le tipologie di pavimentazione e degli arredi urbani, piantare alberi, ove possibile allargare i marciapiedi,realizzarne dei nuovi eliminando, dove possibile l'asfalto liberandoli da ogni impedimento fisico, perseguire la progettazione partecipata coinvolgendo direttamente gli interessati.

Recuperare le vecchie croese, rendendole utile alternativa ai percorsi in prossimità del traffico, attivare una pulizia costante dei percorsi pedonali, migliorare l'illuminazione e individuare nuovi punti luce utilizzando lampadine a basso consumo. Limitare l'inquinamento acustico e luminoso.

Ampliare le zone pedonali e promuovere dei percorsi pedonali, ridare dignità alla piazza intesa come punto di aggregazione e di incontro tra residenti. Prendendo come esempio Genova, città baricentrica, potrebbero essere individuate aree pedonali in ogni ex circoscrizione, attivando intorno ad esse zone con limiti di velocità a 20 o 30 km. all'ora, facilitando l'accesso agli spazi comuni pensando una città a dimensione di uomo e di bambino; immagino quindi in ogni quartiere un'area pedonale che abbia funzioni ricreative e di relax connesse con percorsi ciclo pedonali in mezzo a strade a “zona 30”, utilizzando principi di urbanistica tattica anche con spazi per lo sport per tutte le età, facilitando l'accesso ai diversamente abili.

Rendere fattivo e integrato il pedibus e bicibus, percorsi sicuri casa-scuola e casa-lavoro.

È innegabile che questa pandemia, pur nella sua drammaticità, ha avuto una ricaduta benefica sull'ambiente. Abbiamo sentito l'aria più pulita e visto le città più belle e silenziose, il verde delle piante più brillante, il cielo più limpido; purtroppo due mesi di lockdown, per quanto riguarda l'arretramento delle emissioni e del riscaldamento globale sono una goccia nel mare, però nostra Madre Terra ci ha mandato un messaggio che saremmo degli stolti a non raccogliere. La mobilità pedonale è un atteggiamento virtuoso che oltre ad essere utile alla città e all'ambiente ha anche una ricaduta positiva al nostro benessere.

Graziella Gaggero

Ecoistituto Re-Ge

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