ESSERE (APPARENTEMENTE) SANI O MALATI. È la medicina del futuro
Differenze e sfumature tra il sentirsi bene e lo stare bene, tra il sentirsi sano e l'essere sano. Marianna Gensabella riflette sui confini sempre poco più labili
Finora è stata chiara la differenza tra essere sani o essere malati. Con la medicina del futuro ci sarà un mutamento e i confini tra le due condizioni si faranno sempre più sfumati".
Le osservazioni di Marianna Gensabella, che incontriamo al Festival di Bioetica (Santa Margherita Ligure, 29-30 agosto 2019) trovano riscontro nella nostra quotidianità. "Tra chi non è chiaramente definibile sano o malato vedo due categorie.
Dobbiamo fare prevenzione quando siamo sani, come sappiamo, ma ci sono resistenze perché, come sosteneva Kant, c'è differenza tra il sentirsi bene e lo stare bene, tra il sentirsi sano e l'essere sano. Il timore è quindi di scoprire qualcosa o di dover ulteriormente approfondire con altri esami, trovandosi nell'incertezza di essere un 'paziente non paziente'.
Sull'altro versante c'è chi è un po' più malato pur essendo ancora nel mondo dei sani: è il malato cronico, categoria in aumento anche per il prolungarsi della vita e per i progressi della tecnologia.
Non sono tutti uguali i malati cronici, hanno percorsi diversi per esempio un malato di leucemia e uno affetto da una patologia neurovegetativa".
Certamente la progressione delle varie patologie rende differente la cronicità.
A ciascuna diversa condizione corrispondono diversi bisogni di cura e trattamenti. "Curare i malati cronici costa molto, ma occorre investire ancora di più per evitare che le persone rinuncino a curarsi" conclude Gensabella.
ati statistici e ricerche raccontano, insieme alle cronache,
un futuro che è già qui da questo punto di vista. Il tema è tra gli snodi che politica, strutture sociosanitarie e società civile devono affrontare al più presto, con onestà intellettuale e lungimiranza.
L'auspicio è che, insieme, si sia all'altezza del non facile .