27 agosto, ore 11.00 

L’inquinamento atmosferico è causa, ogni anno a Genova, di cento morti premature e di altrettanti ricoveri gravi. Dall’ultimo inventario pubblicato da ARPAL ad inizio 2016, relativo ai dati del 2011, risulta che il 62% degli NOx in atmosfera è imputabile al traffico marittimo (prioritariamente alle navi in stazionamento), contro il 36% causato dal traffico stradale. Inoltre, le polveri sottili ed ultrasottili dovute al traffico marittimo sono pari al 39% del totale contro il 28% del traffico veicolare. Questi numeri possono risultare strabilianti per le persone che non hanno una visuale diretta sul porto, ma non sono motivo di stupore per coloro che abitano in prossimità di esso. Da segnalare comunque che, grazie ad un progetto europeo, è stato possibile trovare presenza di Vanadio e Nichel, metalli pesanti che costituiscono dei traccianti per i combustibili impiegati nel trasporto marittimo, perfino nella centralina ARPAL di Bolzaneto. Al problema dei fumi si aggiunge poi quello dei rumori che spesso impediscono di dormire anche con le finestre chiuse.

A partire da questi dati oggettivi il Comitato Tutela Ambientale Genova Centro Ovest, costituitosi ad inizi 2017 con il supporto fondamentale di Ecoistituto REGe, ha incominciato un approfondimento tecnico-normativo che lo ha portato a farsi interlocutore credibile delle Istituzioni cittadine e portuali. Nonostante le norme relative all’inquinamento marittimo siano fortemente condizionate dagli armatori e presentino opportune deroghe, non sempre vengono lo stesso rispettate e i risparmi di cui gli armatori beneficiano hanno una ricaduta negativa sulla popolazione, non solo in termini sanitari, ma anche come sanzioni della Comunità Europea per il superamento dei limiti di legge. La posizione delle istituzioni riflette spesso il consueto “ricatto” del lavoro, che pure fa presa su certa parte della popolazione, ma l’azione del Comitato non è rimasta confinata all’ambito cittadino ed è stata fatta rete con molti altri porti quali La Spezia, Livorno e Savona, nonché Civitavecchia, Venezia e Napoli che già hanno ottenuto risultati concreti.

Dove fuggiranno gli armatori di fronte ad una articolata azione comune? Per parlare dell’estero, in Francia ci sono già esempi di maggiore rigidità da parte delle autorità competenti nell’attività sanzionatoria e maggiore disponibilità degli armatori mentre i Mari del Nord rappresentano ormai un altro mondo essendo area SECA. Il percorso è lungo, tortuoso e faticoso ma forse …si incomincia a vedere la luce. 

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