27 agosto, ore 10.00
È davvero necessario accorgersi della felicità? Molto più facile accorgersi del suo contrario. L’infelicità ( assenza di f.) è la nostra condizione ordinaria. Non per privare l’infelicità del suo pathos romantico o – peggio - sentimentale, ma dobbiamo riconoscere che il suo connotato principale è l’ordinarietà, il suo essere banale, più banale ancora del male, cui non di rado si accompagna: infelicità = male. Il male (il fare il male) come reazione rabbiosa all’infelicità.
Si sfugge alla tentazione del male solo accettando l’infelicità e mettendola nella prospettiva del suo contrario, collocando la felicità sull’orizzonte sconfinato del nostro agire e inter-agire. ‘Perseguendola’, appunto . Felicità - senza articolo - è una condizione ‘panica’, di pienezza e comunione col mondo. La ‘nostra’ felicità è felicità di tutti, espansiva, fraterna, conviviale.