FESTIVAL DI BIOETICA 2021 DEPLIANT

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Dal welfare al well-being                                                                                                    

È noto che quanto più le proprietà fondamentali del cervello dei diversi animali, uomo compreso, sono simili tanto più ci si attende di trovare capacità cerebrali confrontabili. È noto, altresì, che le funzioni neurofisiologiche fondamentali sono realmente molto simili in tutti gli animali superiori e che i processi nervosi coinvolti nel processo di comparazione fra l'evento percepito e la memoria di esperienze passate sono comuni e sono rappresentate dalla corteccia cerebrale (la parte più evoluta del cervello) e dal sistema limbico (conosciuto come cervello emotivo).

I circuiti funzionali caratterizzanti il sistema limbico sono comuni negli animali più evoluti e nell’uomo evidenziando come l’elaborazione della componente emotiva delle sensazioni piacevoli e spiacevoli evocano analoghi ricordi piacevoli o spiacevoli.

La privazione di attività sociali di vario tipo (attività ludica di tipo motorio, attività di esplorazione in gruppo, riposo in gruppo) può evocare negli animali la corrispondente sensazione umana di "solitudine" o di "noia”, così come la privazione diventa sofferenza quando ad un animale viene impedito (con restrizioni fisiche o mancanza di stimoli adeguati) di manifestare, oltre che le "necessità fisiologiche", essenziali per la sopravvivenza e la riproduzione, anche le "necessità etologiche” cioè alcuni fondamentali comportamenti tipici di ogni specie animale. Le attuali tecniche di allevamento privano gli animali della possibilità di soddisfare alcuni di questi comportamenti di fondamentale importanza per il corretto funzionamento del sistema nervoso e endocrino e per le più idonee condizioni a garanzia del benessere animale nel senso più generale del termine.

In considerazione del fatto che i suddetti principi organizzativi generali neurobiologici sono necessari per i processi superiori collegati alle sensazioni, ne consegue che la senzienza appartiene a tutte le strutture nervose più evolute e che è ragionevole ritenere che esse possiedano analoga senzienza con ampie ripercussioni ed estensioni nel campo della bioetica. Cioè a dire che è necessario distinguere tra la presenza ed il funzionamento di un complesso neurocircuito per l'elaborazione centrale della consapevolezza di sé e la capacità di percepire e rappresentare gli attributi qualitativi delle sensazioni che danno il “colore” piacevole o spiacevole alle stimolazioni sensoriali. Soffrire o gioire non appartengono, quindi, solo a chi è dotato di linguaggio verbale ma a tutti gli animali capaci di attribuire alle sensazioni connotati positivi o negativi.

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